All’apertura dell’anno giudiziario del 26 gennaio 2013, il compianto procuratore generale di Napoli, Dr. Vittorio Martusciello aveva chiesto un’indagine sul rapporto tra sversamenti e crescita dei tumori, puntando l’attenzione sulla cronica emergenza ambientale che da anni flagella Napoli e provincia e sullo smaltimento dei rifiuti e la contraffazione in campo agro-alimentare. Il procuratore ha affermato, inoltre, di non sentirsi rassicurato circa la correlazione tra l’aggressione all’ambiente e le malattie tumorali come avrebbero preteso a Roma (dichiarazioni del Ministro della Salute Balduzzi) .
Nel luglio 2012 era stato presentato il libro “Campania, terra di veleni”, che trattava dello sversamento illegale dei rifiuti tossici che aveva portato ad un aumento delle patologie tumorali e delle malformazioni alla nascita. Non sempre si conoscono tutte le sostanze contenute nei rifiuti tossici illegalmente sversati, ma la presenza di alcune ne delinea gli inevitabili effetti cancerogeni.
Nonostante manchi un registro dei tumori per la mappatura dei casi di mortalità per cancro nel territorio in grado di identificare una correlazione tra incidenza dei tumori e casi genetici/ambientali (vedi per esempio il caso mesotelioma) L’esposizione a sostanze cancerogene ad azione mutagena (che provocano modifiche nel DNA germinale) crea un danno genetico, mediante il malfunzionamento degli interruttori dei geni, che viene trasmesso immediatamente alla generazione successiva. Di tutto questo si occupa oggi l’epigenetica come nuova chiave di lettura per l’aumento dei tumori.
L’articolo del professor Giulio Tarro prosegue su Messinamedica.it