Roma, 12 novembre 2019 (Agonb) – Da sette anni l’Istituto di Scienze polari del Cnr studia le brine antartiche per cercare delle analogie con la vista extra-terrestre nel sottosuolo di Marte.
Le brine liquide ipersaline di un lago antartico perennemente ghiacciato sono colonizzate da batteri e archeobatteri che costituiscono i principali candidati per la vita “marziana”: lo rivela l’analisi di campioni estratti da due strati, separati da 12 cm di ghiaccio, a Tarn Flat. Lo studio del Cnr è stato pubblicato su Microorganisms.
Nel lago antartico perennemente ghiacciato di Tarn Flat, nella Terra Vittoria settentrionale, due crioecosistemi microbiologicamente differenti, separati da un sottile strato di ghiaccio lacustre, sono dominati da batteri e archeobatteri in grado di ricavare energia in assenza di luce e a basse temperature, grazie all’ossidazione di composti dello zolfo e dell’azoto.
«Il ritrovamento di Archea metanogeni dimostra, inoltre, come il crioambiente di Tarn Flat sia in parte sostenuto da flussi di carbonio aventi come prodotto finale il metano», spiega Maurizio Azzaro, responsabile della sede di Messina del Cnr-Isp e coautore dello studio. «In particolare, i metanogeni antartici potrebbero adottare peculiari strategie di sopravvivenza, viste le condizioni estreme di temperatura e salinità presenti nelle brine, ed essere considerati pertanto tra i principali candidati per la vita extra-terrestre nel sottosuolo di Marte». (Agonb) Ffr 11:00.