Roma, 9 dicembre 2019 (Agonb) – Greenpeace lancia l’operazione “Mare Caldo” per monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sul nostro mare. A Napoli, durante il periodo della Cop21 sul mare, la Conferenza delle Parti della Convenzione di Barcellona che riunisce i governi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, l’associazione ambientalista ha dato conto del rapporto “Mare caldo”, spiegando come si stima che gli oceani abbiano assorbito circa il 90 per cento del calore dovuto al riscaldamento globale. «Il riscaldamento del mare, l’acidificazione e la perdita di ossigeno stanno iniziando ad avere gravissimi impatti sulla biodiversità marina e non solo. Lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello del mare minacciano la vita di migliaia di persone» spiegano da Greenpeace. Per cercare di monitorare il fenomeno è stata installata insieme all’Università di Genova una stazione pilota per la misurazione delle temperature del mare vicino alla costa dell’Isola d’Elba, zona considerata come importante limite biogeografico per le specie termofile dove gli impatti dei cambiamenti climatici potrebbero essere particolarmente evidenti. «Tramite sensori posti fino a 40 metri il progetto sarà in grado di registrare le temperature del mare in continuo a diverse profondità per due anni evidenziando variazioni stagionali, eventuali onde di calore e fenomeni anomali, con l’obiettivo di correlare i dati raccolti a eventuali alterazioni nelle biocenosi costiere e metterli a confronto con una rete di osservazione mediterranea, che nella zona manca di una stazione di riferimento». (Agonb) Gta 11:13.