Il “Nutri-Score“, il sistema della cosiddetta “etichetta a semaforo“, concepita per segnalare ai consumatori i cibi che contengono un’alta presenza di grassi o sale, divide il mondo delle imprese alimentari. Ma non solo quello. Nei giorni scorsi, infatti, anche il ministro della Salute Roberto Speranza si è schierato sull’argomento, nel corso di un convegno della Coldiretti, chiarendo la sua posizione e dicendosi preoccupato che il Nutri-Score possa penalizzare il “made in Italy” a tavola. “Un modello a semafori in cui l’olio di colza è valutato meglio dell’olio di oliva non lo accetteremo mai” ha precisato l’esponente del governo. “Difendiamo il made in Italy, le imprese italiane” ha sbottato ancora il ministro. Aggiungendo poi che “il nostro messaggio è più profondo: diciamo all’Europa che vogliamo essere all’avanguardia sulla qualità della nutrizione, non solo per un interesse italiano, ma europeo“.
Di parere opposto, invece, e tutto a favore del “Nutri-Score”, l’appello di Paolo Vineis, Elio Riboli, Walter Ricciardi, Mauro Serafini e Silvio Garattini, cinque scienziati esperti di salute pubblica, epidemiologia, alimentazione e farmacologia, che hanno firmato un articolo a sostegno del “semaforo” pubblicato da Scienza in Rete. In realtà, è il parere degli esperti: “l’adozione di un sistema di informazione nutrizionale basato sulle etichette dei cibi è raccomandata da tutti i comitati di esperti nazionali e internazionali, in particolare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ritiene che si tratti di una misura efficace per aiutare i consumatori ad adottare comportamenti alimentari più sani“.
“E’ triste notare come sull’argomento Nutri-Score ci sia ancora bisogno di fare chiarezza. Questo perché non sempre una pur corretta posizione scientifica risulta poi correlata alla reale comprensione da parte del consumatore, anche di quello più avveduto” è il commento della dott.ssa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine nazionale dei Biologi (dove è delegata proprio alla Sicurezza Alimentare), nonché delegata per la Toscana e l’Umbria dello stesso ONB. Secondo la rappresentante dei Biologi: “la semplificazione è spesso nemica della comprensione ed è qui che si nasconde la vera difficoltà. Qui, proprio tra ricerca e sviluppo”. Per la consigliera Papa “la domanda che tutti noi dobbiamo porci è come far arrivare, nella maniera più corretta e concreta, le informazioni giuste a chi poi si accinge a consumare un determinato prodotto”. E’ dunque fondamentale, ribadisce ancora Papa “che la buona scienza si traduca in pensiero operativo” ma “perché questo accada – sottolinea – è necessario uno sweech. E’ necessario, cioè, varare una guida che sia realmente valida potendo fungere da supporto concreto rispetto a quanto essa stessa dice e contiene”. Il tutto, rilancia la delegata dei Biologi per la Sicurezza Alimentare “affinché i consumatori possano poi adottare comportamenti nutrizionali più sani. Tutto infatti passa dalla corretta e consapevole divulgazione delle informazioni da parte delle istituzioni preposte”. “Anche in questo il ruolo del biologo assolve una funzione strategica con notevole impatto e soprattutto, salvaguardia della salute pubblica, nell’ambito di un discorso operativo che veda rafforzata l’intesa tra le istituzioni preposte (siano esse Regioni, Comuni o mondo della Scuola)” rimarca la consigliera dell’ONB. “La conoscenza, d’altronde, è maestra di cambiamento e la consapevolezza è la forza che lo governa” conclude.