La Toscana dice stop all’utilizzo del glifosate. A partire dal prossimo 15 maggio, il potente e controverso diserbante utilizzato in agricoltura e accusato di essere cancerogeno, non potrà più essere impiegato per trattare i “campi” della terra di Dante. Lo ha deciso una delibera della giunta regionale che spalanca, di fatto, la strada ad una serie di misure con l’obiettivo di fare della Toscana una regione “glifosate free” in netto anticipo rispetto alla linea dettata dall’Unione europea (che ne vieterà l’uso “solo” dal 15 dicembre 2022).
“Ben vengano decisioni del genere. Il territorio ha bisogno di un’agricoltura biologica virtuosa, pienamente responsiva dei regolamenti e opportunamente vigilata” è il commento della dott.ssa Stefania Papa, consigliera dell’Ordine Nazionale dei Biologi, di cui è referente per la Sicurezza Alimentare oltre che delegata ONB per le regioni Toscana ed Umbria. “Al di là del rischio che essa può comportare – prosegue la rappresentante dei Biologi – sovente la cosiddetta ‘difesa chimica‘ non funziona ed è qui che la ‘lotta biologica‘ contro i parassiti, con l’utilizzo, ad esempio, di microrganismi come funghi e batteri, può correre in nostro aiuto. A patto e a condizione, però, che si investa di più sulla ricerca e sullo sviluppo ecosostenibili“.
Altri, in ogni caso, aggiunge ancora la consigliera dell’ONB “sono gli esempi da seguire in Europa ma noi in Italia, come dimostra il modello toscano, siamo in grado di rimboccarci le maniche e metterci in condizioni di fronteggiare sistemi organizzativi diversi rispetto a quelli tradizionali” perché, è ancora il pensiero della delegata toscano-umbra dell’ONB “solo attraverso una gestione consapevole del territorio e con un occhio attento alla ricerca ed allo sviluppo possibile e consapevole, possiamo esercitare un meccanismo virtuoso teso non solo alla salvaguardia ed alla tutela dell’ambiente ma anche e soprattutto della salute del cittadino“. Il tutto “con un sempre minore impatto e un basso contenuto di rischio nell’ambito della sicurezza alimentare”. Occorre però, sottolinea la consigliera Papa che “questo ‘meccanismo virtuoso’ sia affiancato da sistemi di gestione e produzione regolamentati e controllati (verifiche sul biologico) da ‘addetti ai lavori’. Penso, in tal senso, a Biologi, Agronomi e ad altri specialisti che siano pronti ad operare in team multidisciplinari“. Ed è qui, rimarca ancora la Papa, che “diventa cruciale il ruolo svolto dal Biologo, qui dove si dipanano i provvedimenti di salvaguardia a favore del cittadino-consumatore e dove il lavoro del Biologo, dalla ricerca e sviluppo fino agli affari regolatori funzionali ed all’applicazione dei relativi criteri di legge, si fa a poco a poco insostituibile e per non dire prezioso”. E’ importante, secondo la Papa, “puntare su un’agricoltura che sia veramente biologica obbedendo, in questo, alle necessarie certificazioni. Un biologico che sia a km 0 e con una filiera quanto il più possibile estesa a carattere nazionale per favorire i controlli, dalla produzione fino alla distribuzione, e la consapevolezza da parte dell’intero comparto in linea, ad esempio, con scelte virtuose sull’esempio di Slowfood e del distretto stesso fiorentino“.
Clicca qui per scaricare e leggere le Norme tecniche di Difesa e Diserbo della Regione Toscana con il relativo Aggiornamento alle Linee Guida Nazionali.
Clicca qui per scaricare e leggere la legge regionale toscana n.51 del 30 luglio 2019 sulla Disciplina dei distretti biologi.