Roma, 27 marzo 2020 (Agonb) – Una nave portacontainer lascia dietro di sé una scia di nuvole bianche che possono indugiare in aria per ore. Questa scia non è solo uno scarico del motore, ma un vero e proprio cambiamento nelle nuvole causato da piccole particelle di inquinamento nell’aria. Una nuova ricerca condotta dall’Università di Washington è la prima a misurare l’effetto di questo fenomeno nel corso degli anni e su scala regionale. I dati satellitari su una corsia di navigazione nell’Atlantico meridionale mostrano che le navi modificano le nuvole impedendo in media a 2 Watt di energia solare di raggiungere ogni metro quadrato di superficie oceanica vicino alla corsia. Il risultato implica che, a livello globale, i cambiamenti delle nuvole causati da particelle provenienti da tutte le forme di inquinamento industriale bloccano 1 Watt di energia solare per metro quadrato della superficie terrestre, mascherando quasi un terzo del riscaldamento odierno da gas serra.
Lo studio, pubblicato su AGU Advances, rivista della American Geophysical Union, utilizza osservazioni eseguite dal 2003 al 2015 in primavera, sulla rotta marittima tra Europa e Sudafrica. Piccole particelle nello scarico dei combustibili fossili creano “semi” su cui il vapore acqueo nell’aria può condensarsi in goccioline di nuvole. Più particelle di solfato disperso nell’aria o altro materiale portano a nuvole con goccioline più piccole e per questo più luminose o più riflettenti. (Agonb) Cdm 11:00.