Uno scudo civile, penale e amministrativo per tutelare gli esercenti le professioni sanitarie durante l’emergenza da Covid-19. È la proposta emersa durante una video conferenza promossa oggi dal Ministero della Salute, con il coordinamento del direttore generale delle Professioni sanitarie, Rossana Ugenti, che ha visto virtualmente attorno a un tavolo di confronto i referenti delle federazioni e degli ordini del settore, tra cui quello dei biologi, rappresentato dal vice presidente, dottor Pietro Miraglia.
Ne è emersa l’indicazione di inserire un emendamento al Decreto Cura Italia che tuteli i professionisti in un contesto emergenziale in cui, inevitabilmente, le risorse umane sanitarie si trovano a fronteggiare una pandemia su vasta scala, con un numero sproporzionato di pazienti, rispetto ai normali standard di cura.
Nello specifico, l’emendamento creerebbe uno scudo civile, penale o per danno erariale per gli operatori della sanità, tutelandoli dagli eventi dannosi che si siano verificati durante lo stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei Ministri il 31 gennaio 2020. La norma andrebbe applicata anche alle eventuali e accidentali violazioni delle disposizioni in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, escludendo i casi in cui il danno sia causato da condotte dolose.
Pietro Miraglia, che rappresentava l’Ordine Nazionale dei Biologi, ha spiegato che “in una fase in cui il rischio sanitario aumenta per cause estranee alla condotta del personale e delle strutture di cura, è auspicabile che lo Stato tuteli i propri professionisti impegnati in una battaglia contro il coronavirus, un nemico assai ostico che presenta ancora troppi aspetti oscuri nella sua evoluzione patologica. Inoltre, l’Ordine dei Biologi collabora e collaborerà con le istituzione per superare questa emergenza”.