Pensare a un utilizzo su larga scala è ovviamente impossibile, visti i costi e le tecnologie da impegnare per rendere disponibile a un gran numero di persone l’approccio. Ma forse, in futuro, l’immunoterapia con le Car-T, attualmente impiegata in alcune forme di tumore, potrebbe diventare un’arma per difenderci non solo dal virus Sars-CoV-2 responsabile di Covid-19, ma anche di altre infezioni virali nei casi in cui, al momento le terapie disponibili non risultano efficaci.
A lanciare l’ipotesi è una ricerca coordinata da un infettivologo italiano, Antonio Bertoletti, che lavora alla Duke-NUS Medical School di Singapore, dopo un percorso che lo ha portato allo Scripps Research Institute negli Usa, poi all’Università di Parma e infine all’University College di Londra, prima appunto di arrivare a Singapore.