Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inquinamento acustico rappresenta uno degli impatti ambientali più rilevanti a livello europeo soprattutto nelle aree urbane, dove le sorgenti costituite dal traffico, dalle infrastrutture di trasporto, da attività produttive e commerciali, da situazioni di particolare affollamento, possono introdurre elementi di disturbo e fastidio provocando il degrado delle condizioni di confort degli ambienti di vita e di attività umana.
Negli anni, attraverso l’effettuazione di rilievi in continuo della durata di una settimana, è stata acquisita una dettagliata conoscenza delle caratteristiche di rumorosità di ogni sito ed è possibile confrontarne la variazione dei livelli nel tempo in rapporto ad interventi o situazioni che ne modificano il clima acustico.
E’ quello che sta succedendo su tutto il territorio nazionale a causa della crescente pandemia di COVID-19, che ha portato a partire dal 9 marzo 2020 alle misure di distanziamento fisico con il divieto di circolazione delle persone se non per inderogabili necessità di lavoro e salute, il blocco della maggioranza dei trasporti con conseguente forte contrazione del traffico leggero e pesante, alla chiusura delle attività produttive non essenziali.