Esiste una correlazione tra la diffusione della Covid-19 e le aree ad elevato livello di inquinamento atmosferico? La domanda è più che mai attuale e tuttora è al vaglio di numerose ricerche scientifiche con diversi gruppi di studiosi impegnati a collaborare per esaminare il problema. In Italia, in particolare, tale ipotesi è stata avanzata in virtù del fatto che aree come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, dove il virus ha presentato la maggiore diffusione, hanno fatto registrare generalmente le maggiori concentrazioni degli inquinanti atmosferici (pm10). Ma la complessità del fenomeno, insieme alla parziale conoscenza di alcuni fattori che possono giocare o aver giocato un ruolo nella trasmissione e diffusione dell’infezione, rendono tuttora molto incerta una valutazione di associazione diretta tra elevati livelli di inquinamento atmosferico e la diffusione dell’epidemia, o del suo ruolo di amplificazione dell’infezione. Scopriamo lo “stato dell’arte” in un articolo a firma Maria Eleonora Soggiu e Gaetano Settimo del Dipartimento Ambiente e salute dell’ISS, pubblicato sul Quotidiano Sanità.