Sui test sierologici “la Regione impone tariffe capestro ai privati, che non coprono neanche le spese”. Lo dichiara Pietro Miraglia, vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi (di cui è delegato per la Sicilia), in una lettera indirizzata al governatore della Regione Siciliana Nello Musumeci ed ai vertici istituzionali dell’Assessorato regionale alla Salute. Sotto accusa finisce la circolare, diramata nei giorni scorsi, con la quale è stato dato il via libera, anche sull’isola, alle analisi per la ricerca degli anticorpi nel sangue, così da verificare la reale diffusione dell’epidemia di Coronavirus in Sicilia. “Nella stessa circolare, però – spiega Miraglia – sono state fissate anche le tariffe dei test, calcolate in 10 euro ciascuna, con l’aggiunta di altri 10 se effettuati a domicilio, fino ad un massimo di 32 euro”. Tuttavia, con tali prezzi, assolutamente inadeguati, è la denuncia del vicepresidente dell’ONB “non si arriva neanche a coprire i costi effettivi dei reagenti. Lo testimonia la semplice lettura delle fatture di acquisto della merce”. Per capirci, prosegue ancora Miraglia: “il costo di un singolo kit da 25 test ammonta a 275 euro (+ Iva): in pratica 11 euro a test. Ma ci sono ‘saponette’ ancora più costose, che in media fanno ascendere il prezzo fino a 14 euro a test!”. Il tutto, rimarca ancora il rappresentante dei Biologi siciliani “senza dimenticare che a quelle cifre vanno obbligatoriamente aggiunte anche le spese che servono per mettere in sicurezza lavoratori e pazienti: dai dispositivi DPI (mascherine e visiere) ai disinfettanti, fino ai camici usa e getta”. Da qui la richiesta del delegato siciliano dell’Ordine dei Biologi all’assessore Ruggero Razza ed ai suoi collaboratori “affinché ci ripensino e concedano alle strutture impegnate in prima linea nella lotta al Covid-19, di poter operare secondo le giuste condizioni di mercato, altrimenti i privati saranno costretti a rinunciare all’erogazione di un servizio che pure è stato giudicato strategico per il monitoraggio dei contagi nella fase 2”.
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La lettera è stata inviata al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci; all’Assessore regionale alla Sanità, avv. Ruggero Razza; alla dott.ssa Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe ed all’Ing. Mario La Rocca, capo di gabinetto dell’assessore Razza.