In un interessante articolo a firma Antonio Panti, pubblicato sulle colonne del sito “Quotidiano Sanità“, si parla delle sfide che attendono la “nuova medicina“. Sfide, scrive l’ex presidente dell’Ordine dei medici di Firenze, che “non sono però iniziate con il Covid“. In realtà, si può leggere ancora nel fondo, tali sfide “preesistevano alla pandemia ma la società e i governi avevano deciso di far finta di niente; pochi protestavano inascoltati”. “Adesso – prosegue l’articolo – i fatti costringono a riflettere ed a prendere decisioni efficaci che, però, riguardano interventi diretti alla collettività e, per questo, talora imitativi della libertà individuale”. Tuttavia, la tensione tra “diritto” dell’individuo e “interesse” della collettività – osserva Panti – non può essere affrontata limitatamente all’episodio pandemico. Occorre infatti collocare correttamente la questione: i cambiamenti climatici e la pervasività della moderna tecnologia hanno condotto a quello che ormai molti definiscono “antropocene”, un’epoca caratterizzata dal dominio delle attività umane. Ebbene: “in siffatto profondo mutamento emerge l’idea di una gestione ‘securitaria’ della salute che ne inquadri i problemi tra le nuove ed emergenti minacce alla sicurezza collettiva poiché la diffusione di malattie infettive altamente patogene può minare le basi politiche, economiche e sociali degli Stati”. Parole giuste, sacrosante ed altamente condivisibili, quelle pronunciate dal dottor Panti, cui mi sento di aggiungere che una medicina integrata e lungimirante, capace cioè di guardare con ottimismo al futuro, è quella in grado di creare rete e sinergie tra le varie professioni tecniche e sanitarie. “Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri ricercatori. L’Italia è in prima linea per le cure antiCovid” ha commentato il ministro della Sanità Roberto Speranza, giunto in visita a Siena, dove il team di Rino Rappuoli, autentico esempio di quanto possano essere efficaci i team multidiscipliari di professionisti della salute, insieme a tutta la squadra di Toscana Life Science, sta lavorando ad anticorpi monoclonali molto efficaci contro il virus della Sars Cov2. “Continuiamo ad investire sulla ricerca” è stato ancora l’auspicio del rappresentante del governo. Un appello che non possiamo che fare nostro e che rilanciamo con forza, in termini di investimenti sul futuro e sulle professionalità del mondo sanitario, con un occhio rivolto al coinvolgimento dei Biologi nel “gioco di squadra”. La vera sfida, infatti, sta nella condivisione delle risorse e nella perfetta congiuntura delle eccellenze sul territorio.
Dott.ssa Stefania Papa, consigliera Ordine Nazionale dei Biologi
Delegata nazionale ONB alla Sicurezza Alimentare
Delegata ONB alle regioni Toscana e Umbria