Roma, 16 settembre 2020 (AgOnb) – Uno studio condotto su donne thailandesi indica che quasi 1 su 3, in postmenopausa, apparentemente sana con osteopenia, è a rischio di fratture vertebrali. I ricercatori della Khon Kaen University in Thailandia – coordinati da Chatlert Pongchaiyakul – hanno esaminato i dati di 490 donne, età media 59,9 anni e un BMI medio di 24,3. Il 29% presenta fratture vertebrali. “I nostri risultati pongono un interrogativo sulla necessità di riconsiderare i criteri di screening e l’appropriatezza dello screening a un’età inferiore rispetto alle attuali”, osserva Chatlert Pongchaiyakul. “Le pazienti con fratture da fragilità, tra cui fratture vertebrali, sono più a rischio di fratture ricorrenti e candidate all’assunzione di farmaci antiosteoporotici, a prescindere dai risultati della BMD. Identificare una frattura vertebrale nelle donne osteopeniche è fondamentale perché influenza il processo decisionale riguardante la scelta del trattamento”. Tra il campiona studiato, il 62% ha avuto fratture vertebrali di I°, il 19% fratture vertebrali di II° e il 18,7% fratture vertebrali di III°. Il 4,9% era di età pari o inferiore a 50 anni, il 40,1% tra i 50-59 anni, il 38% aveva dai 60 ai 69 anni, il 16,9% aveva almeno 70 anni. Il grado di osteopenia non sembrava influire sul rischio di fratture vertebrali. Sia l’età che i punteggi sul Fracture Risk Assessment Tool (FRAX) si associavano positivamente alle fratture vertebrali. Rispetto alle donne che non hanno riportato fratture vertebrali, le controparti presentavano punteggi FRAX più elevati sia per le fratture dell’anca che per fratture osteoporotiche maggiori, a prescindere dall’utilizzo o meno della densità minerale ossea per calcolare questo punteggio. Con le attuali linee guida per lo screening non si riuscirebbe a individuare più della metà delle donne nello studio con fratture vertebrali morfometriche, ha riscontrato l’analisi. (AgOnb) Mmo 13:30