Roma, 11 gennaio 2021 (Agonb) – I ricercatori della Università Tecnica di Monaco (TUM) hanno dimostrato che la frequenza respiratoria notturna dei pazienti cardiopatici, a dispetto della scarsa attenzione ricevuta finora, può rivelarsi un indicatore utile a prevedere il successo del trattamento tramite defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD).
La ricerca tedesca ha coinvolto 1.971 individui cardiopatici, monitorati in 44 centri specializzati in Europa tra maggio 2014 e settembre 2018. Della popolazione osservata, 1.363 dei pazienti avevano ricevuto un ICD, mentre il gruppo di controllo è stato trattato in modo conservativo. Gli scienziati hanno misurato la frequenza respiratoria notturna media tra mezzanotte e le 6 del mattino: è stato osservato un legame significativo tra una bassa frequenza respiratoria notturna e una ridotta mortalità.
In particolare, i pazienti con ICD con una frequenza inferiore a 18 respiri al minuto hanno mostrato un vantaggio di sopravvivenza del 50% rispetto al gruppo di controllo, mentre quelli con una respirazione notturna più alta non sembrano aver ottenuto alcun vantaggio di sopravvivenza legato al defibrillatore.
Lo studio è stato pubblicato su “eClinicalMedicine”, una pubblicazione ad accesso aperto prodotta dalla rinomata rivista “The Lancet”. (Agonb) Slo 10:00.