Il coronavirus non ha fermato il censimento degli uccelli acquatici svernanti nel Padule di Fucecchio: l’operazione si è tenuta a metà gennaio, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza dettate dalla pandemia, ed ha fatto registrare quasi 13.000 presenze complessive, che collocano il Padule nei primi posti fra le zone umide di tutta la Toscana. Analizzando i dati per aree, si vede che 6.389 uccelli acquatici (quasi il 50 per cento del totale), fra cui 5.563 anatre e folaghe (il 67 per cento del totale), sono stati rilevati all’interno della riserva naturale pistoiese che rappresenta il 10 per cento della superficie del Padule.
Il censimento, promosso a livello di grande area biogeografica da Wetlands International e svolto, in Italia, sotto l’egida dell’ISPRA, è organizzato, in tutta la regione, dal Centro Ornitologico Toscano, che nel Padule di Fucecchio si avvale del supporto locale del Centro di Ricerca; le operazioni di conteggio, a piedi ma anche con imbarcazioni, hanno coinvolto quest’anno 15 rilevatori abilitati dall’ISPRA, con il supporto di 15 collaboratori.
Nel corso del censimento sono state rilevate ben 39 specie (un vero record di biodiversità) per un numero complessivo di 12.783 uccelli, fra cui spiccano le Alzavole (6.012), per le quali il Padule si conferma come l’area più importante della Toscana.
Di grande rilievo i dati per alcune specie di notevole valore conservazionistico, come il raro Mignattaio (234): interessanti anche i numeri per la Pavoncella (1.455) e per alcun anatidi come il Moriglione (749). Non sono mancati gli avvistamenti di specie rare come il Tarabuso, la Cicogna bianca, la Spatola, il Fenicottero e la Moretta tabaccata; per la prima volta è stato trovato anche un piccolo gruppo di Nitticore svernanti (25).
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