Roma, 26 maggio 2021 (Agonb) – Rappresenta solo l’1% circa dei tumori della pelle, eppure il melanoma è quello che causa la maggior parte dei decessi e l’efficacia dei farmaci sembra variare a seconda dell’individuo. Uno studio del Salk Institute, pubblicato sulla rivista Cell Reports, rivela nuove intuizioni su una proteina chiamata CRTC3, un interruttore genetico che potrebbe portare a nuovi trattamenti quando mantenuto “spento”.
“Siamo stati in grado di correlare l’attività di questo interruttore genetico alla produzione di melanina e al cancro”, dice l’autore dello studio Marc Montminy. Il melanoma si sviluppa quando le cellule che producono pigmenti che danno alla pelle il suo colore, chiamate melanociti, mutano e iniziano a moltiplicarsi in modo incontrollabile. Queste mutazioni possono far sì che le proteine, come CRTC3, inducano la cellula a produrre una quantità anormale di pigmento o a migrare ed essere più invasiva. I ricercatori hanno scoperto che la famiglia di proteine CRTC (CRTC1, CRTC2 e CRTC3) è coinvolta nella pigmentazione e nel melanoma, ma è stato difficile ottenere dettagli precisi su ciascuna di loro. I loro esperimenti hanno anche rivelato che quando la proteina era assente nelle cellule di melanoma, le cellule migravano e invadevano meno, il che significa che erano meno aggressive, suggerendo che l’inibizione della proteina potrebbe essere utile per il trattamento della malattia.
Il team ha caratterizzato, per la prima volta, la connessione tra due sistemi di comunicazione cellulare che convergono sulla proteina CRTC3 nei melanociti e che dicono alla cellula di proliferare o di produrre il pigmento melanina. In sostanza, un messaggio chimico viene passato da una proteina all’altra fino a quando non raggiunge l’interruttore CRTC3, accendendolo o spegnendolo. (Agonb) Cdm 10:30.