Premio Nobel per la Medicina: vincono tre biologi

Assegnato a tre biologi il premio Nobel per la Medicina 2013. Si tratta degli americani James E. Rothman e Randy W. Schekman e del tedesco Thomas C. Südhof, premiati per aver scoperto il sistema di comunicazione delle cellule attraverso cui vengono scambiate sostanze e informazioni.

Seppure giunti separatamente alle loro scoperte, grazie all’unione delle loro competenze si è resa possibile l’individuazione delle modalità attraverso le quali avvengono i trasporti all’interno delle cellule.

I premiati hanno elaborato una nuovo metodo di studio delle malattie che trae origine dagli errori che avvengono nel cuore delle cellule. Proprio come accade per lo studio dei geni attraverso il quale è possibile rintracciare l’origine di numerose malattie, mediante l’analisi del funzionamento cellulare è possibile individuare la genesi di patologie quali il diabete, malattie del sistema nervoso, schizofrenia e fibrosi cistica.

Il nostro organismo, attraverso un processo chiamato “fusione delle membrane”, regola l’ingresso e l’uscita di proteine, ormoni e molecole da ogni cellula. Questo costante scambio di materiali e informazioni, possibile grazie a delle vescicole trasportatrici di sostanze, è alla base del corretto funzionamento delle cellule e, quindi, del corpo umano.

Secondo i tre studiosi, queste vescicole in un primo momento formerebbero una protuberanza, simile ad una bolla, sulla membrana esterna della cellula originaria che, una volta cresciuta, si divide da questa e intraprende il suo cammino per poi fondersi con la membrana esterna della cellula destinataria, all’interno della quale vengono trasferite molecole e neurotrasmettitori.

Proprio la fondamentale scoperta dei principi molecolari che gestiscono questo trasporto e che garantiscono il corretto funzionamento dell’organismo, ha decretato la vittoria dei tre biologi.

Lo studio apre nuovi e interessanti scenari futuri poiché permetterebbe di spiegare fenomeni quali la comunicazione tra neuroni, la diffusione di virus e la crescita degli organi embrionali, ma soprattutto consentirebbe la creazione di farmaci mirati al trattamento di patologie quali il diabete, malattie neurologiche e disturbi immunologici, legati appunto al corretto smistamento e invio delle sostanze interne o esterne alle cellule.

James E. Rothman, 63 anni, biologo laureato ad Harvard, è professore di Scienze Biochimiche all’Università di Yale, nonché presidente dello stesso dipartimento e di quello di Biologia Cellulare. Randy Wayne Schekman, 65 anni, è biologo cellulare presso l’Università di Berkeley. Thomas C. Südhof, 58 anni, è biochimico e professore di Fisiologia Cellulare e Molecolare, Psichiatria e Neurologia alla Stanford University.

 

Claudia Tancioni

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