Se l’Italia è medaglia d’oro in sicurezza alimentare il merito è anche dei biologi

Firenze capitale mondiale dell’agricoltura. Dal 16  al 18 settembre il capoluogo toscano ospita un summit internazionale (qui il programma completo) a cui parteciperanno ministri e delegati dei Paesi dell’Ue e di altre 19 nazioni, rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e delle organizzazioni internazionali e imprenditrici e imprenditori agricoli.

E la scelta dell’Italia, e in particolare la Toscana, quale sede del summit non è certo un caso. La regione, infatti, può vantare produzioni di eccellenza come poche altre realtà al mondo, e più in generale il nostro Paese brilla in quanto a sicurezza alimentare.

E se l’Italia è sul gradino più alto del podio di questa importante classifica (i residui chimici trovati nei prodotti extra Ue sono quasi sei volte superiori a quelli riscontrati nei prodotti italiani, fonte Coldiretti su dati dell’EFSAil merito, oltre che degli imprenditori del settore, è anche dei professionisti – biologi in primis – che operano lungo tutta la filiera, “dalla terra alla tavola”, mettendo in atto un sistema di controlli capillare e accuratissimo, persino più severo rispetto a quanto richiederebbero le norme. Così è oggi, così sarà, sempre più, in futuro.

Un sistema più equo, più sano e più rispettoso dell’ambiente. Queste le tre direttrici che dovranno seguire tutti gli Stati membri dell’Ue per raggiungere i sei obiettivi principali: (1) garantire la sicurezza alimentare e (2) una produzione sostenibile; (3) promuovere una filiera alimentare sostenibile dal principio alla fine e la (4) transizione verso abitudini alimentari sane; (5) ridurre gli sprechi; (6) combattere le frodi alimentari.

Un percorso che passa inevitabilmente dalla riduzione di pesticidi chimici, fertilizzanti, antimicrobici. Ed è qui che entrano ancor più in gioco alcune professioni – tra cui i biologi – in grado di fornire un patrimonio di competenze sempre più specifiche, seguendo per l’appunto il percorso del prodotto (agricolo o di allevamento) dalla terra alla tavola, senza trascurare il packaging e la distribuzione, con una attenzione particolare dedicata alla sicurezza alimentare: dall’igiene, alla   resistenza antimicrobica, dalle malattie zoonotiche ai cambiamenti climatici per finire al contrasto alle frodi alimentari.

Un ruolo sempre più importante, quello che sono chiamati a svolgere i biologi, a cui sono stati dedicati nei mesi scorsi numerosi approfondimenti – dal webinar su ambiente e territorio a quello dedicato alla “qualità in ambito biologico e biotecnologico: valore aggiunto per il settore agroalimentare e farmaceutico”, sfociato in un “Patto per la qualità”, siglato da rappresentanti della ricerca scientifica, delle aziende, delle istituzioni e del sistema dell’accreditamento.

Quello dei biologi e delle altre professioni sanitarie coinvolte nei progetti di sicurezza alimentare è quindi un ruolo che non si limita alla collaborazione con i produttori, ma si estende anche agli altri attori: istituzioni e, soprattutto, consumatori. Ne è un esempio il dibattito sul Nutri-score, il sistema di etichettatura “a semaforo” dei prodotti alimentari che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe informare i consumatori sulla salubrità dei prodotti, indirizzandoli verso abitudini alimentari più sane. Ma semplificazione non sempre coincide con comprensione di una questione complessa come la sicurezza alimentare.

Più di un semaforo potrebbe fare una comunicazione efficace, in sinergia con le istituzioni e le agenzie educative, finalizzata a informare nel modo più lineare e obiettivo possibile i consumatori affinché possano compiere le scelte più positive per loro stessi e per la collettività. Una comunicazione che non può prescindere dal contributo di persone dotate di competenze scientifiche e capacità divulgative e dall’ideazione di programmi specifici coinvolgenti. I biologi, per le loro competenze, la loro poliedricità, la loro attitudine a sapersi interfacciare con la multidisciplinarietà sono pronti a dare il loro contributo.

 

Stefania Papa
Consigliere delegata dell’Ordine nazionale Biologi Toscana-Umbria e delegata nazionale per la Sicurezza Alimentare