Roma, 16 ottobre 2021 (AgOnb) – Dallo studio “The pupil responds spontaneously to perceived numerosity”, condotto dall’Università di Pisa insieme a quella di Firenze, pubblicato su Nature Communications, emerge che le pupille rivelano la facilità con cui facciamo i conti, sfruttando la proprietà di ingrandirsi non solo con la luce, ma anche con fattori cognitivi e percettivi. Guardando immagini contenenti un numero variabile di punti, isolati o collegati da delle linee, che generano un'”illusione da connessione”, si nota che si dilatano di più osservando insiemi di elementi più numerosi. “Quando ci guardiamo attorno percepiamo immediatamente le forme, le dimensioni, il movimento e il colore di ciò che ci circonda. Con altrettanta immediatezza percepiamo anche il numero di oggetti o persone che abbiamo di fronte” – spiega il prof David Burr dell’Università di Firenze – “Questa abilità, che condividiamo anche con altri animali, è molto importante da un punto di vista evolutivo. L’informazione numerica è così importante che si pensa esista un vero e proprio “senso del numero” che ci consente di stimarla rapidamente”. I ricercatori hanno mostrato a dei volontari le immagini con punti isolati o collegati da linee, generando un’illusione, mentre misuravano il diametro delle loro pupille. “I risultati mostrano che sebbene il numero di pixel fosse lo stesso e la luce totale costante, il diametro della pupilla variava in base al numero percepito di punti” – spiega la prof.ssa Paola Binda dell’Università di Pisa – “Il diametro della pupilla era massimo quando si osservavano insiemi molto numerosi e minimo con quelli poco numerosi. La risposta pupillare era uguale quando osservavano insiemi con un numero diverso di punti, ma percepiti uguali grazie all’illusione”. “Questo fa capire che l’informazione numerica è intrinsecamente collegata alla salienza percettiva: uno stimolo più numeroso, è percepito come più forte” – conclude la dott.ssa Elisa Castaldi, dell’Università di Firenze – “Ciò mostra come l’informazione numerica venga percepita in modo talmente immediato e spontaneo da riuscire a modulare una risposta totalmente involontaria come quella pupillare alla luce. Il diametro della pupilla può essere utilizzato come indicatore oggettivo di come percepiamo i numeri, un’abilità compromessa in persone con discalculia, un disturbo specifico dell’apprendimento della matematica, che grazie a questa tecnica sarà possibile identificare precocemente nei bambini con questo disturbo”. (AgOnb) Mmo 9:00