Roma, 16 novembre 2021 (AgOnb) – Molto di più dei 100 miliardi di dollari ipotizzati, come finanziamento per la mitigazione e adattamento alla crisi climatica in corso, da destinare dai paesi più sviluppati a quelli più poveri e vulnerabili alla crisi. In un mondo dove il surriscaldamento globale sta mutando, ogni dinamica, dalla fame sino alla possibilità di vivere per esempio in aree costiere minacciate dall’innalzamento del livello del mare o in altre dove la siccità non lascia scampo, gli aiuti da parte dei grandi paesi inquinatori dovrebbero essere decisamente più consistenti. Ad affermarlo durante la Cop26 di Glasgow in Scozia, la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, è l’inviato dell’Onu su finanza e clima, Mark Carney. Il delegato non ha dubbi: per combattere la crisi climatica “servono mille miliardi di dollari all’anno di investimenti nei paesi in via di sviluppo”. Spiega infatti che “è necessario che i progetti internazionali siano allineati con i progetti nazionali” e per questo sono decisive “nuove strutture di finanza mista, piattaforme per portare insieme pubblico e privato”. (AgOnb) Gta 9:30