Roma, 27 novembre 2021 (AgOnb) – Pubblicato su Science lo studio della Northwestern University che ha l’obiettivo di restituire la capacità motoria, dopo una paralisi dovuta a lesioni del midollo spinale. Ciò è possibile grazie a “molecole danzanti”, che muovendosi all’interno di una rete di nanofibre, si connettono più efficacemente ai recettori, per invertire la paralisi e riparare i tessuti. Il team ha somministrato una singola iniezione in topi paralizzati, dopo 4 settimane, i topi erano di nuovo in grado di camminare. Gli assoni, si erano rigenerati mentre il tessuto cicatriziale, risultava notevolmente diminuito. La mielina, strato isolante degli assoni e fondamentale per la trasmissione di segnali elettrici, non risultava danneggiata. I vasi sanguigni risultavano funzionanti e i motoneuroni in salute dopo il trattamento. “La nostra ricerca – afferma Samuel I. Stupp della Northwestern University – rappresenta il primo tentativo di controllare il movimento collettivo delle molecole attraverso alterazioni nella struttura chimica”. Meno del 3% di chi soffre di lesioni recupera le funzioni di base, e circa il 30% viene riospedalizzato almeno una volta. L’aspettativa di vita è nettamente inferiore rispetto a chi non è colpito da tale lesione e non ci sono per ora terapie rigenerative efficaci. “Il nostro sistema sintonizza il movimento delle molecole, in modo che possano trovare e coinvolgere correttamente i recettori cellulari in costante movimento – spiega Stupp – la terapia viene iniettata in forma liquida, e si gelifica in una complessa rete di nanofibre che imitano la matrice extracellulare del midollo spinale. Questo consente di controllare il movimento collettivo di oltre 100 mila molecole, che si muovono ‘danzando’ all’interno del reticolato di nanofibre”. “Siamo davvero entusiasti di questi risultati preliminari – commenta Zaida lvarez, docente presso il laboratorio di Stupp – speriamo che questa tecnica possa un giorno contribuire allo sviluppo di una terapia utile ed efficace per migliorare le condizioni dei pazienti con lesioni del midollo spinale”. “I tessuti del sistema nervoso centrale che abbiamo rigenerato – conclude Stupp – sono simili a quelli che si osservano in caso di malattie neurodegenerative, come (SLA), Parkinson o Alzheimer. La nostra scoperta potrebbe essere applicata universalmente a una moltitudine di bersagli biomedici”. (AgOnb) Gta 12:00