Roma, 14 dicembre 2021 (AgOnb) – Per la prima volta cellule staminali trapiantate su pazienti affetti da diabete di tipo 1 sono riuscite a produrre insulina. A dimostrarlo i risultati intermedi di uno studio clinico multicentrico coordinato dall’Università della British Columbia, pubblicati sulle riviste Cell Stem Cell e Cell Reports Medicine. Al netto di effetti clinici di rilievo, i dati rappresentano la prima evidenza riportata di secrezione di insulina regolata dai pasti da parte di cellule staminali differenziate in pazienti umani, al punto che Eelco de Koning, diabetologo dell’Università di Leida (Paesi Bassi), in un articolo di commento ha definito lo studio una “pietra miliare” nella ricerca sottolineando come la “possibilità di avere una fornitura illimitata di cellule che producono insulina dà speranza alle persone che convivono col diabete di tipo 1”. Nello studio su Cell Stem Cell, gli scienziati guidati da Timothy Kieffer dell’Università della British Columbia hanno dimostrato che a 26 settimane dall’impianto le cellule sopravvivono e maturano fino a differenziarsi in cellule capaci di secernere insulina in risposta ai livelli di glucosio. Fino ad un anno di follow-up, i pazienti che hanno preso parte allo studio hanno avuto un fabbisogno di insulina ridotto del 20% e hanno trascorso il 13% in più di tempo nell’intervallo target di glucosio nel sangue. L’impianto di cellule staminali è risultato ben tollerato senza gravi effetti avversi, sebbene la terapia immunosoppressiva (necessaria contro il rigetto) abbia creato seri problemi a due pazienti. Sono gli stessi ricercatori ad ammettere come sia ancora presto per trarre conclusioni, dal momento che lo studio non ha previsto un gruppo di controllo e i risultati, molto variabili, sono stati ottenuti su un numero limitato di casi. Il secondo studio, pubblicato su Cell Reports Medicine e realizzato su 17 pazienti dal gruppo di Howard Foyt della ViaCyte, ha documentato l’avvenuto impianto e la produzione di insulina nel 63% dei casi a 3-12 mesi. L’accumulo progressivo di cellule funzionanti avviene a 6-9 mesi. Pure in questo caso gli effetti collaterali sono associati alle procedure per l’impianto e all’immunosoppressione. (AgOnb) Des 11:00