Roma, 21 gennaio 2022 (Agonb) – Gli scienziati della Rutgers University a New Brunswick, hanno valutato nuove ipotesi riguardanti la vita primitiva sul nostro pianeta, secondo le quali le strutture delle proteine potrebbero aver giocato un ruolo primario nello sviluppo della vita sulla Terra. Lo studio condotto dal team di Yana Bromberg è stato pubblicato su Science Advances ed esplora le possibilità dello sviluppo di organismi viventi partendo da materiali semplici e inorganici. Qualsiasi organismo vivente, spiegano gli studiosi, dovrebbe raccogliere e utilizzare energia da fonti come il sole o le correnti idrotermali, ciò suggerisce che la capacità di utilizzare gli elettroni è stata fondamentale nei processi iniziali della vita. I ricercatori sono partiti da questo presupposto e hanno deciso di approfondire le possibilità di combinazione tra queste due basi di partenza, considerando le proteine che legano i metalli. Gli esperti hanno quindi confrontato tutte le strutture proteiche esistenti che legano i metalli per stabilire eventuali caratteristiche comuni, partendo da principio che queste similarità sarebbero state presenti nelle proteine ancestrali. Grazie a un metodo di analisi computazionale, gli scienziati sono giunti alla conclusione che la stragrande maggioranza delle proteine leganti i metalli attualmente esistenti sono molto simili tra loro, indipendentemente dall’elemento a cui si congiungono. “Abbiamo pochissime informazioni su come è nata la vita sul nostro pianeta – osserva Yana Bromberg – il nostro lavoro fornisce una spiegazione nuova, che potrebbe potenzialmente contribuire alla ricerca di organismi viventi su altri pianeti e corpi celesti. La nostra scoperta potrebbe essere rilevante anche per gli studi di biologia sintetica, in cui si cerca di costruire proteine specificamente attive”. (Agonb) Mmo 10:00