Roma, 5 marzo 2022 (Agonb) – Le pazienti che sviluppano il cancro alla cervice sono spesso infettate non solo dal papillomavirus umano (HPV), ma anche, contemporaneamente, dal patogeno batterico Chlamydia trachomatis.
Il sospetto è, quindi, che i due agenti patogeni lavorino insieme per “riprogrammare” le cellule che infettano in modo tale che degenerino e si moltiplichino in modo incontrollabile. A capo della ricerca che ha verificato questa ipotesi, Cindrilla Chumduri, Dipartimento di Microbiologia dell’Università Julius Maximilians di Würzburg che con il suo team ha sviluppato repliche di organi realistici – i cosiddetti organoidi 3D – su cui studiano le interazioni tra i patogeni e i tessuti che colpiscono e i processi patologici.
Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la ricerca si è concentrata su due tipi di tessuto: l’ectocervice – la parte della mucosa cervicale che si estende nella vagina – e l’endocervice, la parte della mucosa che riveste la cervice più all’interno, collegandola all’utero. Il loro compito essenziale è impedire l’ingresso di agenti patogeni nell’utero e quindi aiutare a mantenere sterile il tratto riproduttivo femminile superiore.
“Il nostro studio utilizza modelli organoidi per mostrare il pericolo di infezioni multiple – ha detto Chumduri -. Queste creano un microambiente cellulare unico che potenzialmente contribuisce alla riprogrammazione dei tessuti e quindi allo sviluppo del cancro. Nel complesso, i risultati mostrano che la co-persistenza di HPV e Chlamydia in una cellula staminale potrebbe influire negativamente sulla stabilità cellulare e genomica e promuovere la progressione neoplastica”. (Agonb) Cdm 11:00.