Roma, 29 marzo 2022 (Agonb) – Bere caffè, nello specifico due o tre tazze al giorno, non solo è associato a un minor rischio di malattie cardiache e ritmi cardiaci pericolosi, ma anche a una maggiore longevità: la conferma arriva da studi presentati alla 71esima sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology. I ricercatori del Baker Heart Institute di Melbourne, Australia, hanno fornito rassicurazione sul fatto che il caffè non sarebbe legato a malattie cardiache e potrebbe effettivamente proteggere il cuore.
“Poiché il caffè può accelerare la frequenza cardiaca, alcune persone temono che berlo possa innescare o peggiorare determinati problemi cardiaci – ha detto Peter M. Kistler, autore senior della ricerca -. È da qui che potrebbero derivare i consigli medici sul ‘no’ al caffè. Ma i nostri dati suggeriscono che l’assunzione giornaliera non dovrebbe essere scoraggiata, ma piuttosto inclusa come parte di una dieta sana per le persone con e senza malattie cardiache”.
Il team ha utilizzato i dati della BioBank del Regno Unito, un potenziale database su larga scala con informazioni sulla salute di oltre mezzo milione di persone seguite per almeno 10 anni. I ricercatori hanno esaminato vari livelli di consumo di caffè che vanno da una a più di sei tazze al giorno e la relazione con aritmie; malattie cardiovascolari e decessi totali e correlati al cuore tra persone con e senza malattie cardiovascolari. Nel complesso, il caffè ha mostrato un effetto neutro e, in alcuni casi, è stato associato a benefici per la salute. (Agonb) Cdm 13:00.