Roma, 13 marzo 2023 (Agonb) – Pubblicati su British Journal of Pharmacology i risultati dello studio dei ricercatori dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr che hanno collaudato in uno studio preclinico, un trattamento di somministrazione intranasale della molecola Nerve Growth Factor (NGF) che potrebbe limitare le conseguenze dei traumi cerebrali, come l’insorgenza di disabilità motorie. Intervenire tempestivamente è fondamentale, si possono verificare in breve tempo una successione di eventi tali da peggiorare ulteriormente il danno. “Sappiamo che queste lesioni possono attivare una serie di conseguenze a cascata quali ischemie, ipossie e neuroinfiammazioni, che acutizzano la gravità e aumentano l’estensione della lesione, con esiti spesso permanenti e invalidanti. Il nostro studio nasce dalla necessità di prevenire, o limitare, alcuni di questi meccanismi che determinano l’insorgenza di danni secondari”, spiega Marzia Soligo del Cnr-Ift, autrice della ricerca. “Abbiamo potuto constatare – spiega Luigi Manni, ricercatore del Cnr-Ift e primo autore della ricerca – che questa molecola, inoculata immediatamente dopo il trauma cerebrale, riesce a limitare e prevenire lo sviluppo di danni secondari responsabili della progressione generalizzata del danno cerebrale, come le disabilità di tipo motorio, sia nella zona di impatto (corteccia parietale) che in altre aree del cervello, quali l’ipotalamo. Sappiamo che le lesioni cerebrali traumatiche (TBI), che rappresentano uno dei maggiori problemi nel campo della neurologia, causano ogni anno in Europa circa 1,5 milioni di ricoveri – prosegue Manni – e le popolazioni pediatriche e adolescenziali risultano essere ad alto rischio. Nell’ambito del progetto, inoltre, è in corso di svolgimento il primo studio clinico autorizzato in Italia che prevede l’uso di NGF veicolato al cervello tramite somministrazione intranasale in bambini con esiti di TBI grave. Benché questo trattamento sia applicato a pazienti con traumi cronici – cioè a distanza di mesi dal trauma – l’aspettativa è che questi dati preclinici possano aprire all’esplorazione degli effetti del trattamento precoce con NGF, da associare alle cure primarie per coloro che hanno appena subito una lesione cerebrale grave”, conclude Manni. (Agonb) Mmo 13:00