Roma, 6 aprile 2023 (Agonb) – Anche più dannose della superficie. Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori dell’Agenzia statunitense per lo studio degli oceani e dell’atmosfera (Noaa) le ondate di calore marino colpiscono anche i fondali e possono essere più intense, durature e impattanti di quelle dellle acque più superficiali. L’analisi è stata condotta sulle acque del Nord America, habitat cruciale per migliaia di specie tra cui quelle economicamente importanti come aragoste e merluzzi. “I ricercatori stanno studiando le ondate di calore marino sulla superficie del mare da oltre un decennio e questa è la prima volta che siamo in grado di immergerci davvero più in profondità e valutare come questi eventi estremi si svolgono lungo fondali marini poco profondi” ha detto il primo autore dello studio, Dillon Amaya del Noaa. I risultati dicono che le ondate tendono a persistere mesi nei fondali e talvolta sono più intense di quelle osservate in superficie nella stessa località, con aumenti della temperatura compresi tra 0,5 e 3 gradi. Per i ricercatori è necessario un monitoraggio a lungo termine per capire come queste ondate, nel tempo, impatteranno su ecosistemi ed economie della pesca. (Agonb) Gta 12:00