Roma, 29 maggio 2023 (Agenbio) – Quando si mente agli altri per un proprio tornaconto, anche a rischio della propria reputazione, si attivano determinate aree del cervello, diverse per ciascun individuo a seconda della personalità, rilevabili tramite risonanza magnetica funzionale. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Communications Biology, realizzato dal Laboratorio di neuroscienze sociali e cognitive della Fondazione Santa Lucia in collaborazione con l’Università di Roma. È stata analizzata l’attività cerebrale di 34 individui impegnati in un gioco di carte a due giocatori. Dei due giocatori, uno era chiamato a pescare una carta, sperando in una vincente, ma non gli era permesso verificarlo; l’altro all’interno della risonanza scopriva la carta e nel comunicare l’esito poteva scegliere se mentire o dire la verità sapendo di avere il 50% di possibilità di essere scoperto dall’altro giocatore. Secondo i ricercatori è stato possibile dimostrare che «le decisioni disoneste sono associate a un aumento dell’attività in un circuito cortico-sottocorticale che include il cingolato anteriore bilaterale, l’insula anteriore, il dorsolaterale prefrontale sinistro, l’area motoria supplementare e il nucleo caudato destro». «Gli individui più manipolativi mostrano un coinvolgimento minore del cingolato anteriore durante le menzogne a proprio vantaggio, ma un coinvolgimento maggiore durante la verità a vantaggio degli altri». Pare che il controllo cognitivo intervenga solo quando la decisione contrasta con i propri scopi. (Agenbio) Anna Lavinia 12:00