Roma, 15 giugno 2023 (Agenbio) – Individuate nel morbo di Crohn le alterazioni che si palesano a livello cerebrale in modo diverso quando la malattia è nella sua fase attiva rispetto ai periodi di quiescenza. La scoperta è frutto di uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola, pubblicato sulla rivista Inflammatory Bowel Diseases.
«Dalla nostra analisi – spiega Alessandro Agostini, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio – sono emerse per la prima volta differenze a livello cerebrale, sia dal punto di vista morfologico che funzionale, a seconda delle diverse fasi di attività della malattia in cui si trovavano i pazienti. Queste differenze interessano diverse aree del cervello, in particolare la corteccia motoria, la corteccia parietale e alcune porzioni della corteccia cingolata posteriore: risultati che possono essere connessi al senso di affaticamento, ai sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile e ai disturbi cognitivo-emozionali spesso riportati dai pazienti».
Oltre a essere utili per monitorare l’evoluzione della malattia e individuare possibili target terapeutici, i risultati ottenuti rappresentano anche un passo in avanti per comprendere la connessione tra infiammazione intestinale e caratteristiche morfologiche e funzionali del cervello. (Agenbio) Etr 13:00.