Roma, 4 dicembre 2023 (Agenbio) – Ufficialmente non esiste, ma la pseudodemenza sta diventando sempre più materia di discussione tra gli esperti. Sembra Alzheimer, ma non lo è ed una sua diagnosi potrebbe essere d’aiuto per distinguere delle condizioni che in realtà sarebbero reversibili. I sintomi della pseudodemenza possono sintetizzarsi in difficoltà nel concentrarsi, fatica nei movimenti e deficit di varie funzioni cognitive. Fattori in grado di generare una confusione che puntualmente in effetti si registra. Lo confermano alcuni studi secondo i quali il 20 e il 30% di chi riceve una diagnosi di demenza potrebbe invece essere affetto da una forma di pseudodemenza. Scendiamo però più nel dettaglio per arrivare alla quotidianità degli anziani. Spesso possono riscontrare difficoltà nel ricordarsi i nomi, così come faticare nel parlare o avere lacune di memoria, oltre a sbalzi emozionali. Nella pseudodemenza c’è un elemento che la differenzia rispetto alla demenza vera e propria: l’inizio è molto brusco e c’è una rapida progressione da parte della sintomatologia. Nella demenza, invece, tutto avviene in modo più lento e graduale. Coloro i quali vengono colpiti da pseudodemenza spesso hanno alle spalle una storia di depressione. Tra i segnali che possono far scattare il campanello d’allarme la tendenza all’isolamento, la mancanza di energie, tristezza, sensi di colpa e stato confusionale crescente. La cura secondo gli esperti dovrebbe partire proprio dallo stato psicologico dell’individuo attraverso antidepressivi o cercando di comprendere qualsiasi altro disturbo psichico ci possa essere dietro. (Agenbio) Des 11:00