Roma, 13 febbraio 2024 (Agenbio) – Il burnout esiste ed è anche parecchio diffuso. Cominciamo a definirlo: si tratta di una condizione medica associata allo stress cronico sul lavoro non adeguatamente gestito, ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30mila dipendenti in 30 Paesi differenti, il 22 per cento dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout. Spesso le motivazioni sono legate a conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza riguardo ai compiti da svolgere, responsabilità e obiettivi oltre alle pressioni dovute, al carico e alle tempistiche. Non in tutte le nazioni, però, questo fenomeno viene avvertito nella medesima maniera. Tra il vertice massimo rappresentato dall’India (59%) e quello minimo costituito dal Camerun (9 per cento) c’è l’Italia con il suo 16 per cento che si colloca proprio a metà. Elementi di criticità ci sono anche nel Belpaese dove la percentuale di esaurimento delle forze e conseguente stanchezza fisica e mentale è piuttosto alta (49 per cento). Dal punto di vista demografico i più colpiti sono i giovani e i dipendenti delle aziende più piccole, come evidenziato dal sondaggio pubblicato su People Management. Addirittura il 50 per cento dei dipendenti appartenenti a Gen Z e Millennial si sente stressato sul posto di lavoro per la maggior parte del tempo, mentre circa l’80 per cento sarebbe pronto a rassegnare le dimissioni a causa di una cultura aziendale tossica. (Agenbio) 12:00 Des