Roma, 18 marzo 2024 (Agenbio) – Le microplastiche non sono un rischio solo per l’ambiente, ma anche per il cuore. A lanciare l’allarme è uno studio italiano che per la prima volta ha rilevato la presenza delle plastiche nelle placche aterosclerotiche, dopo averle già evidenziate in organi, tessuti cardiaci e latte materno. La ricerca rivela anche la loro pericolosità. Infatti i dati raccolti dimostrano che le placche contaminate da micro e nanoplastiche a base di polietilene o polivinilcloruro sono più infiammate della norma, pertanto maggiormente esposte a rotture con conseguenti ictus e infarti. Il lavoro degli scienziati dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli è stato pubblicato dalla rivista The New England Journal of Medicine. La rivista, attraverso la voce dell’epidemiologo Philip J. Landrigan (fondatore e direttore del Global Public Health Program del Boston College e del Global Pollution Observatory) che firma l’editoriale, ha definito lo studio italiano “una scoperta rivoluzionaria che solleva una serie di domande urgenti: l’esposizione a microplastiche e nanoplastiche può essere considerato un nuovo fattore di rischio cardiovascolare? Quali organi oltre al cuore possono essere a rischio? Come possiamo ridurre l’esposizione?” Lo studio lancia un allarme globale, ma può essere da monito per una transizione ecologica. Occorre ridurre la plastica, a cominciare dagli articoli monouso fino all’adesione del Trattato Globale sulla Plastica delle Nazioni Unite per rendere obbligatorio un tetto globale alla produzione di plastica. (Agenbio) Anna Lavinia 9:00